Da Industria 4.0 a Industria 5.0
Agevolazioni per le aziende e umanocentrismo
Il 2024 si preannuncia foriero di opportunità e di agevolazioni per le aziende (di cui parleremo più nello specifico nel corso di questo articolo), ed è anche un anno che segna un passaggio importante: da Industria 4.0 si inizia infatti il transito verso Industria 5.0, un approccio completamente diverso che non ha applicazioni solo nella sfera aziendale, ma implica un vero e proprio cambio di mentalità.
Da Industria 4.0 a Industria 5.0
Industria 4.0 nasceva nel 2016, con l’emanazione da parte del Governo del relativo Piano Nazionale, nel quale venivano introdotte e identificate quelle tecnologie definite come “abilitanti”. Queste tecnologie avrebbero permesso alle imprese, tramite la digitalizzazione dei processi, di avere una produzione più efficiente ed efficace in molti aspetti:
- riduzione dei tempi di progettazione e produzione (time to market)
- maggior produttività (riduzione di errori e fermi macchina)
- maggior qualità (monitoraggio della produzione in tempo reale)
Con l’introduzione di Industria 5.0 si passa ora da un concetto di utilità aziendale a un concetto più ampio di benessere dell’individuo, sia nell’ambiente in cui lavora che in generale, ovvero nell’ecosistema di cui è parte.
Il “fattore umano” diventa quindi il principale focus e la persona il principale fruitore dei benefici derivanti dalla digitalizzazione dei processi aziendali. L’obiettivo è quello di creare un ambiente di lavoro più collaborativo che si prenda cura della persona, supportandola nelle sue attività quotidiane e contribuendo al suo sviluppo professionale. Il concetto di work-life balance in questo senso è centrale, per avere un ecosistema più connesso possibile tra i diversi ambiti che coinvolgono la vita dell’uomo.
Industria 5.0 e Società 5.0
Industria 5.0 nasce dai principi di Società 5.0, la Super Smart Society il cui concetto nasce in Giappone nel 2016 e in cui si teorizza un futuro sostenibile, resiliente e umano centrico. L’obiettivo finale è una profonda rivoluzione della società in cui si coniughi la necessità di un continuo sviluppo economico con l’imprescindibile bisogno di attuare politiche ad hoc per la risoluzione dei problemi sociali e ambientali.
I pilastri del Piano di Transizione 5.0
Ma quali sono i pilastri del Piano di Transizione 5.0?
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- Umanocentrismo: Il concetto di umanocentrismo nella Transizione 5.0 mette al centro delle decisioni aziendali il benessere umano: le esigenze e il benessere delle persone (non solo i dipendenti, ma anche i clienti, i fornitori e le comunità in cui l’azienda opera) vanno quindi al di sopra di tutto, integrando etica e responsabilità sociale nel DNA dell’azienda. Il successo a lungo termine delle aziende sarà strettamente legato al benessere delle persone e alla creazione di un impatto positivo nella società.
- Resilienza: Le sfide e le perturbazioni sono inevitabili e la capacità di superarle è cruciale per il successo duraturo. Le aziende resilienti investono nella diversificazione, nell’innovazione continua e nella creazione di reti solide con partner strategici. La resilienza però non riguarda solo la gestione delle crisi, ma anche la creazione di un ambiente in cui l’organizzazione può prosperare anche di fronte a cambiamenti imprevisti.
- Sostenibilità: La sostenibilità è un principio fondamentale nella Transizione 5.0, che sottolinea la necessità di soddisfare i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni. Nel contesto aziendale, la sostenibilità implica l’adozione di pratiche commerciali e decisioni strategiche che minimizzino l’impatto ambientale, promuovendo l’equità e assicurando una gestione responsabile delle risorse. Questo approccio non solo rispecchia una consapevolezza ambientale, ma può anche contribuire a migliorare la reputazione aziendale, la fidelizzazione dei clienti e la redditività a lungo termine.
- Umanocentrismo: Il concetto di umanocentrismo nella Transizione 5.0 mette al centro delle decisioni aziendali il benessere umano: le esigenze e il benessere delle persone (non solo i dipendenti, ma anche i clienti, i fornitori e le comunità in cui l’azienda opera) vanno quindi al di sopra di tutto, integrando etica e responsabilità sociale nel DNA dell’azienda. Il successo a lungo termine delle aziende sarà strettamente legato al benessere delle persone e alla creazione di un impatto positivo nella società.
Le agevolazioni
Il Piano di Transizione 5.0 prevederà delle agevolazioni per gli investimenti operati nel biennio 2024 e 2025 che saranno classificabili come 5.0. Il meccanismo adottato sarà quello del credito di imposta, attraverso il quale verranno ripartiti i fondi del RePowerEu, con uno stanziamento pari a 6,3 Miliardi di €.
In particolare saranno previste tre differenti linee di intervento per le imprese che effettueranno Investimenti 5.0, ovvero che investiranno in:
- Beni materiali o immateriali strumentali 4.0 (Fondi stanziati 3.780 milioni di euro)
- Beni necessari all’autoproduzione e all’autoconsumo da fonti rinnovabili (Fondi stanziati 1.890 milioni di euro
- Formazione del personale su tematiche “green”, entro il 5% del totale dell’investimento agevolabile (Fondi stanziati 630 milioni di euro)
L’importo del credito di imposta sarà presumibilmente basato su tre differenti aliquote, applicabili a seconda del differente grado di risparmio energetico conseguito attraverso l’investimento che dovrebbe comportare alternativamente:
- Una riduzione dei consumi generali dell’impresa pari ad almeno il 3%
- Un risparmio energetico almeno del 5% per gli investimenti in beni 4.0, in riferimento ad un determinato processo target
Ai fini dell’ottenimento dell’agevolazione sarà poi necessario ottenere una duplice certificazione da un soggetto terzo indipendente; il progetto dovrà infatti essere validato ex-ante tramite l’attestazione dei requisiti relativi alla riduzione del consumo energetico ed ex-post con la certificazione dell’effettiva realizzazione di quanto previsto inizialmente.
Conclusione
Siamo comunque in attesa dell’emanazione dell’apposito Decreto Legge che definirà in maniera specifica le agevolazioni sopra indicate e i dettagli sulle modalità operative di fruizione del credito di imposta.
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